I ricordi sono strani e allo stesso tempo affascinanti.
Dimentichiamo innumerevoli cose, eppure ci sono episodi che rimangono scolpiti nella nostra mente e non si cancellano mai, nemmeno dopo decenni. Qualche tempo fa mi è capitato di leggere un articolo di Wired che spiegava come funziona la nostra memoria e ricordo (per l’appunto) una frase che diceva «Un ricordo è un cambiamento del cervello». No panic, non è mia intenzione aprire una discussione sui meccanismi del nostro cervello… a quello ci pensano persone molto più qualificate di me sul tema.
Quando i dottori mi chiedono «Da quanto tempo soffri di emicrania?» non ho alcun dubbio sulla risposta. Ho iniziato la mia lunga convivenza con Sua Maestà Emicrania quando avevo 4 anni. Come faccio a esserne sicura? Perché ho dei ricordi così nitidi di quei momenti che non può esserci alcun dubbio. Quando ci penso le immagini che riaffiorano nella mia mente sembrano quelle di un film e oggi ve ne voglio raccontare qualcuna.
Il mal di testa e la prima visita dall’oculista
Ero seduta sul sedile posteriore della Fiat 126 gialla dei miei genitori, con questo dolore intenso alla testa, con le tempie che mi pulsavano e il sole estivo del tardo pomeriggio che sembrava trafiggermi gli occhi come un dardo. Eravamo parcheggiati davanti allo studio dell’oculista che da lì a poco mi avrebbe visitata.
Quando si è così piccoli per i genitori è automatico pensare (e sperare) che quel mal di testa sia causato da problemi legati alla vista. Dalla visita è emerso che sono lievemente astigmatica, sì, ma gli occhiali purtroppo non hanno risolto il problema del mal di testa.
L’emicrania, mia nonna e le fette di patate sugli occhi
Lo so, sembra il titolo di una sitcom e ammetto che scriverlo mi ha strappato un sorriso.
Mia nonna Filomena, la mia adorata nonna, se n’è andata il 26 ottobre 2020. Mentre ero ricoverata a Pavia, la prima notte che ho dormito senza dolore, l’ho sognata e mi sono tornati in mente alcuni dei suoi rimedi contro il mal di testa.
Quando ero piccola, a giugno – appena finiva la scuola – mi veniva a prendere e, dopo un viaggio interminabile in treno, passavo tutta l’estate con lei e mia zia (che pacchia, amiche e amici, si stava da dio!).
Quando mi veniva l’emicrania aveva due strategie: mi metteva una pezza bagnata con l’acqua fredda sulla fronte oppure tagliava una patata a fette e me le piazzava sugli occhi e sulle tempie dicendomi «Ale, bella di nonna, le patate assorbono il dolore, vedrai che adesso ti passa». Cara nonna, le patate purtroppo non funzionavano, ma il tuo amore… quello è sempre stato la cura migliore per ogni male.
Il mal di testa e le mestruazioni, pessima accoppiata
Ero seduta nel primo banco a sinistra, vicino alla finestra. Erano i tempi delle scuole medie. Era tutta la mattina che avevo mal di testa.
Suona la campanella, mi alzo, il dolore alla testa si fa più forte, barcollo, casco addosso al mio vicino di banco (che si arrabbia) e bam… svengo. L’arrivo delle mestruazioni (che già si davano da fare per rompermi le scatole a suon di gran mal di pancia) ha peggiorato notevolmente la mia emicrania.
Quel giorno appena sono arrivata a casa mia mamma ha chiamato il medico che mi ha visitata per verificare che io non avessi la meningite. Poi mi sono messa a letto e l’unica cosa che sono riuscita a mangiare è stato del finocchio. Ora, non chiedetemi perché durante gli attacchi di emicrania l’unico cibo che tollero è il finocchio. Non lo so, non l’ho mai capito… ma sono strana, lo so!!
La gita a Roma e l’emicrania con aura in metropolitana
Scuole superiori, gita a Roma. Un’esperienza che non auguro a nessuno; non la gita a Roma, ma quello che mi è successo.
Qualche settimana prima della gita, mentre ero dall’estetista, ho avuto il mio primo folgorante incontro con l’emicrania accompagnata da aura: all’improvviso inizio a vedere lucine strane da un occhio, poi parte una fitta lancinante alla testa accompagnata da un formicolio intenso alla bocca, al braccio e alla mano e, tutto a un tratto, non riesco a parlare, le parole sono nella mia mente, ma non riesco ad articolare nemmeno un suono.
E finché ‘sta roba ti capita dall’estetista amica di tua mamma, a 5 minuti a piedi da casa, tutti i santi aiutano. Quando, però, ti capita mentre sei nella metropolitana di Roma, piena zeppa di gente, durante la gita scolastica… posso assicurarvi che ne fareste volentieri a meno.
Fu così che tornata da Roma, nel giro di poche settimane, ho fatto TAC, risonanza magnetica ed elettroencefalogramma per escludere che io avessi un aneurisma o un tumore al cervello. L’aura mi ha tenuto compagnia per diversi anni, a scuola e a lavoro, per poi scomparire del tutto circa 3 anni fa.
Potrei raccontare molti altri episodi come questi, ma vi toglierei il gusto di leggerli in altri post e soprattutto non posso scrivere “L’Odissea dell’emicrania” in un solo articolo.
Voglio però fare un appello ai genitori, ricordando un’ultima cosa: ogni mattina mia mamma mi faceva una treccia stupenda per tenere in ordine i capelli che, ai tempi, erano molto lunghi; spesso tornavo a casa con i capelli sciolti perché, chi soffre di emicrania, ha un cuoio capelluto molto sensibile e tenere i capelli legati può risultare molto doloroso. All’inizio mia mamma si arrabbiava vedendomi tornare a casa con i capelli in disordine, poi ha capito che non li scioglievo per farle un dispetto, ma perché soffrivo.
Care mamme e cari papà, state attenti a tutti questi piccoli segnali: l’emicrania è in grado di rubare alle bambine e ai bambini tanti momenti della loro infanzia e adolescenza. Per questo motivo se viene diagnosticata il prima possibile sarà più semplice trovare una soluzione per gestirla.