Tante volte, per scherzare, mi è capitato di dire che se fossi nata uomo me la sarei cavata meglio nella gestione della mia emicrania.
A quanto pare, però, inconsapevolmente avevo ragione.
L’emicrania non è una malattia democratica, l’emicrania è “donna”, non perché emicrania è un sostantivo femminile e non perché lo dico io. Lo dicono i dati delle ricerche scientifiche secondo cui «l’emicrania colpisce il 12 % della popolazione adulta di tutto il mondo; ne soffrono 6 milioni di italiani di cui 4 milioni sono donne».
Quali sono i motivi per cui la cefalea è una patologia neurologica «con il nastro rosa» (così definita da Barbanti), classificabile anche come malattia di genere?
Donne con l’emicrania: è questione di cervello
Il cervello della donna è diverso da quello dell’uomo: pesa meno, ma possiede più sostanza grigia, ha una vascolarizzazione maggiore e connessioni tra i due emisferi ultraveloci. Più materia grigia per un cervello che funziona più velocemente; ne consegue che più il cervello è iperattivo, più piace alla nostra amica emicrania.
(Vi vedo eh, mentre leggete queste frasi; le donne con un sorriso dalla serie «Te l’avevo detto» e gli uomini un pochino perplessi… sto scherzando, sapete che amo l’ironia e non mi piace essere troppo seriosa)
Donne con l’emicrania: tutta colpa degli ormoni
L’emicrania non ama l’instabilità.
Capite che in un corpo dove convivono gli ormoni (e in particolare gli estrogeni) che fanno le montagne russe ciclicamente, ogni mese, e un cervello emicranico ipersensibile che detesta qualsiasi genere di variazione è inevitabile che si scatenino gli attacchi di cefalea.
Questo è dimostrato dal fatto che la differenza nella malattia tra donne e uomini è praticamente nulla durante l’infanzia e si accentua, invece, a partire dalla pubertà: subito dopo la comparsa del menarca il rapporto di prevalenza donna/uomo nell’emicrania episodica è di 3:1, per arrivare in quella cronica a 6:1.
Gli attacchi più severi compaiono nei giorni dell’ovulazione e delle mestruazioni (quando il calo degli estrogeni porta anche a un calo dei livelli di serotonina, neurotrasmettitore fondamentale per il controllo del dolore), mentre durante la gravidanza l’emicrania (quella senza aura) ama prendersi un periodo di vacanza e scomparire a partire dal 4° mese (quando gli ormoni si stabilizzano) per poi tornare, fresca come una rosa, dopo il parto e l’allattamento.
Per quanto riguarda la menopausa Barbanti sottolinea che «se la menopausa è fisiologica, l’emicrania in genere migliora; se la menopausa è chirurgica o farmacologica in genere la cefalea peggiora». Una regola certa, però, sulla menopausa non c’è: dagli studi emerge che in un terzo delle donne l’emicrania persiste senza alcun miglioramento anche dopo la menopausa.
L’emicrania nelle donne e negli uomini: quali sono le differenze
- Nelle donne gli attacchi sono più frequenti, durano di più, con dolori di maggiore intensità e tempi di recupero più lunghi.
- Nelle donne gli attacchi sono associati molto più spesso a nausea e vomito.
- Nelle donne gli attacchi tendono a essere più recidivi e causano un grado maggiore di disabilità con un impatto peggiore sulla carriera scolastica/lavorativa e sulla vita familiare/sociale.
Donne con emicrania: le cure preventive
Anche in questo caso, non abbiamo buone notizie: le donne che soffrono di emicrania hanno meno possibilità di curarsi rispetto agli uomini quando per cura intendiamo le terapie di profilassi preventiva. Il motivo è semplice: alcuni dei farmaci utilizzati per le cure preventive sono potenzialmente pericolosi per il feto (antiepilettici e betabloccanti) e possono anche ridurre l’efficacia della pillola anticoncezionale (antiepilettici).
Insomma, che fortuna starete pensando voi… eh, meglio non pensarci!
Io faccio parte della categoria di donne che ogni mese sa con certezza che i giorni in corrispondenza dell’ovulazione e dell’arrivo delle mestruazioni sono giorni all’insegna del mal di testa… alla faccia dell’ansia anticipatoria! Se vogliamo vedere il lato positivo, sono consapevole che in quelle giornate l’arrivo di un attacco è matematico e, quindi, sono preparata per gestirlo dal punto di vista della vita sociale e lavorativa.
Capita anche a voi di avere attacchi più severi nel periodo dell’ovulazione e nei giorni delle mestruazioni? Come li gestite?
Se avete voglia di raccontarmi la vostra esperienza, scrivetemi una email (leparoledellemicrania@gmail.com) oppure venite a trovarmi sul profilo Instagram!
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